giovedì 15 febbraio 2007

pensieri casuali

Vorrei lasciarmi al più presto alle spalle la parentesi, perché per parlare di politica mi servirebbe un blog apposta, dedicato solo a quello. E poi sono sempre stato il primo a dire che spesso la politica disturba se si vuole parlare dell’animo. Per cui, una poesia politica è un controsenso. Il mondo reale, concreto, della materia, è un quadrato: è solido, pesante. Il mondo dell’animo è un cerchio, è mutevole, sfuggente, leggero, scorre via.

A distanza di tempo, ho ascoltato una canzone:

Ricordi, sbocciavan le viole
con le nostre parole,
“non ci lasceremo mai,
mai, e poi mai”.
Vorrei dirti ora le stesse cose,
ma come fan presto amore
ad appassire le rose,
così per noi
l’amore che strappa i capelli
è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza,
e un po’ di tenerezza.

Sarà strano, ma la melodia è triste a prescindere dalle parole, forse per quella tromba dominante, forse per le parole un po’ gridate un po’ sussurrate con delicatezza. Ricordo che la nostalgia non dipende dal rivivere con la memoria una sensazione già provata un giorno, ma si può essere nostalgici anche di qualcosa che non si ha mai provato.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

triste e bella... ti ci vedo meno a parlare di politica...baci

nico ha detto...

E' una canzone di De Andrè, il titolo non lo conosco.. forse hai ragione per la politica, ma a volte non la trovo così male: il problema sono i politici. e poi sai, ho scoperto che anche un altro diceva che la nostalgia si può avere per cose e paesaggi che non si sono mai visti: Dostoevskij.. baci

Anonimo ha detto...

E' una canzone di De Andre' splendida come la maggior parte dei suoi testi..
Strano per me essere capitata su questo post proprio in questo periodo, oppure, semplicemente, piu' che naturale..
Grazie per aver messo per iscritto sul tuo blog parole tanto belle.