domenica 28 gennaio 2007

mondo di fiaba

Un omaggio a Luzzati e alla sua creatività a colori, al suo tratto da bambino e alla sua saggezza da vecchio.
Parlava una sera di primavera di due anni fa, un incontro con poche persone in una saletta del suo museo a porta Siberia di porto antico, e poi buffet passeggiando fra le sue scenografie. Mi ricordo una persona semplice, sorriso facile e riso no, più o meno la stessa che avevo immaginato vedendo quello che disegnava.
Viva i castelli, i re, le fiabe, il suo mondo fantastico!

venerdì 26 gennaio 2007

specchi


Ci sono periodi dominati da un’idea, da un filo conduttore che ricorre, periodi in cui ogni pagina che si legge, ogni sensazione e pensiero, regolarmente, impattano sullo stesso leitmotiv. L’idealizzare chi o cosa non si conosce non mi è mai mancato, sottofondo costante di tante esperienze, ma ora sembra affacciarsi da ogni parte, da ogni direzione.
Il bisogno di riversare su qualcosa o qualcuno le nostre aspettative assomiglia a volte a una fuga dalla cosiddetta realtà, ad un bisogno di rifiutare il caos esterno per darsi certezze.

Inutile rispondere che anche la realtà è ordinata. Sarà magari ordinata, ma secondo leggi divine – traduco: inumane – che non finiamo mai di scoprire. Tlön [che è il pianeta immaginario creato dalla sparsa dinastia di solitari di cui si parla nel racconto] sarà un labirinto, ma è un labirinto ordito dagli uomini, destinato ad essere decifrato dagli uomini.

Era una delle frasi che mi sono capitate sotto gli occhi, dell’immenso Borges, con cui tra l’altro questo blog è iniziato.
E’ un po’ come se, per guardare qualcuno, mettessimo in mezzo uno specchio credendo sia un vetro, finendo quindi per guardare noi stessi.

sabato 20 gennaio 2007

il sergente nella neve







Ho letto Il sergente nella neve più per caso che cercandolo. Incuriosito dal suo successo, volevo Stagioni, l’ultimo libro di Mario Rigoni Stern, e invece ho trovato il primo, scritto fra il ’44 e il ’47 e pubblicato sei anni dopo.

E’ il racconto di un uomo semplice, di migliaia di chilometri a piedi nella neve per sfuggire all’avanzata dell’armata rossa, nel gennaio del 1943. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine di un soldato che cede, si lascia cadere nella notte sulla neve, e immobile guarda gli altri che continuano a camminare silenziosi sotto le stelle.

La morte, la fatica, la sofferenza sono incomunicabili, ma quelle pagine le ha scritte un’anima che non si è indurita, che è riuscita a non dimenticare. Credo che una parte dell’anima di Rigoni sia morta in quella steppa, e che l’umanità e l’incomprensibilità del dolore abbiano lasciato cicatrici profonde in ciò che si è salvato. Eppure, da quelle cicatrici gelate ha saputo nascere l’autenticità di un uomo.

giovedì 18 gennaio 2007

era un post per Vi







Era
perchè ora forse hai una coperta attorno. Era un breve post per spiegarti cosa mi aveva fatto venire in mente il tuo inno stanco alla signora, clicca e ingrandisci se vuoi. Non dico altro, sono in una fase in cui verrei istantaneamente non-capito.. un abbraccio

martedì 16 gennaio 2007

lezioni continue



Ogni tanto, a intervalli regolari di alcuni mesi, sbatto la testa di fronte a un muro, ogni volta sempre uguale, e allo stesso tempo sempre nuovo. Così capisco sempre meglio le parole ripetute, spese sulla dignità del lavoro. Come sia scontato quando lo si ha e come se ne abbia bisogno se si è senza.

In questo momento faccio parte della seconda categoria, e nella mia vuota routine di ricerca ricevo il tempo passato alla mensa dei cappuccini come quello che mi dà, irrazionalmente, fiducia e sorriso, almeno per un po’. Da Egidio, Walter, Samir, Marlon, Ana, Nadia, Paolo, Manuel + mamma, Ignazio e tutti gli altri sto imparando molte cose, che non voglio dimenticare per il futuro.

giovedì 11 gennaio 2007

post di pyperita



Voglio riportare un bellissimo post che ho letto stasera, un po' in ritardo perchè è stato scritto il 5 gennaio. E' pyperita che scrive (http://www.speakers.diablogando.it/main.php?blogid=6702):

Contrariamente agli anni precedenti, non ho vissuto il passaggio tra il 2006 e il 2007 come la fine di un periodo e l’inizio di qualcosa di nuovo, ma ho avvertito una continuità quasi totale.
Non sono dell’umore giusto per fare bilanci approfonditi, e soprattutto per formulare buoni propositi che, so già per certo, non manterrò.
Ci sono dei dolori che porto dentro e che credo porterò con me per sempre; stanno lì, a volte più evidenti, a volte meno, e piano piano ho imparato a conviverci.
Non mi illudo neppure che il 2007 sia l’anno della realizzazione dei sogni impossibili, alcuni sogni li ho dovuti necessariamente accantonare, ma sono anche convinta che accadranno ancora delle cose inaspettate, ci saranno incontri che mi sorprenderanno, o farò delle cose che mi emozioneranno.
Prendo anche atto del fatto che alcune persone importanti le ho perse per strada, principalmente per colpa mia, principalmente per pigrizia, ho diradato i contatti, giorno dopo giorno, e solo ora mi rendo conto che è stato un errore; in realtà mi mancano, ma pago per la mia superficialità.
Ad altre persone invece ho rinunciato perché ho capito che il piatto sulla bilancia pesava a mio sfavore, non sono stata capace di lasciare in loro una traccia o di comunicare un’emozione, è stato un pensare, immaginare, soffrire, gioire, sperare tutto mio, senza una reciproca partecipazione, senza una reale corrispondenza.
Ma va bene così. Non mi pento della scelta fatta.
E sono pronta a continuare il viaggio.

mercoledì 10 gennaio 2007

desiderio

Dopo tanti giorni vorrei tanto scrivere qualcosa di strettamente personale, qualcosa di mio, ma a volte l'affannosa ricerca di un'occupazione non ti lascia tempo per pensare, ti proietta al di fuori di te e ti fa vivere fra tempi vuoti, in cui metti in discussione tutto te stesso, e momenti di fiducia irrazionale.
Ma il desiderio è troppo forte..

lunedì 1 gennaio 2007

2007!

Se avessi un diario, vorrei riversarci speranze, dubbi, sogni, sorrisi, viaggi, paesaggi, profumi, cieli, terre, lacrime, suoni, silenzi, voci, colori, nuvole, tepori, pensieri, dettagli, volti, respiri, successi, smarrimenti, emozioni che voglio per me. Il risultato sarà un anno rosso e rosseggiante, una specie di fantasia come quelle di Chagall, oppure una specie di caos calmo, usando parole prese a prestito, a volte più caos e a volte più calmo. Viva 2007!