martedì 20 marzo 2007

viaggio in India 14.03


Oggi la cosa più bella da ricordare è Golconda, una rocca immensa come una città nel cuore della città. Un’architettura possente e spoglia, che non si rassegna a scomparire. È stata costruita da titani, e poggia direttamente sulla pietra della montagna, creando giardini, terrazzi e gallerie.
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Il viaggio per arrivare a Guntur lo facciamo in macchina. Al paesaggio urbano, fra palazzi di vetro e capanne, se ne sostituisce uno quasi desertico, dove le montagne che ci lasciamo dietro hanno cime arrotondate come le lettere delle scritte che vediamo.
Dopo 13 ore di viaggio in aereo, 6 ore di macchina per raggiungere la destinazione. Mi accorgo di essere in India soltanto quando posso scendere, fare due passi in un villaggio, sorridere agli occhi che mi guardano da ogni direzione. Dopotutto, vedere un paesaggio correre dal finestrino o da uno schermo di un televisore non è nolto diverso.
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La camera dell-albergo stasera ha un terrazzo che si affaccia su una via della città, un traffico indifferente al giorno e alla notte. Mi chiedo come sia possibile che questo mondo potesse esistere sempre uguale a se stesso prima che lo vedessi, e come continuerà a farlo anche dopo che sarò partito.
Ci sono momenti in cui vorrei essere solo lontano.

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