domenica 19 luglio 2009

"io non cerco, io trovo"


Vale la pena accorgersi che ogni momento passa?
Durerà il tempo di un pomeriggio, mi dicevo, quel cielo pulito dal temporale, umido e trasparente. Dai finestrini del treno, vedevo montagne a destra e sinistra, nitide e vicine, e passando del tempo ad osservarle mi accorgevo di quanto fosse un evento raro.
Leggevo intanto come John Cage, per poter comprendere il silenzio e la sua essenza, si fosse fatto chiudere in una camera anecoica, e avesse scoperto che, in assenza di qualsiasi rumore esterno, sentiamo quantomeno il flusso del sangue nelle vene e il battito che lo guida. Distogliendo gli occhi dalla pagina e dalla sensazione di fragilità che mi dava, ricordavo il suono stridente e attutito dell'avanzare di una lumaca su una foglia, che avevo visto ne Il pianeta azzurro, un suono ugualmente impercettibile ma reale.

Di nuovo, fra questi pensieri avevo la sensazione che non ci fosse un motivo vero e forte per cui ero in viaggio, e forse non avrei saputo rispondere a chi mi avesse chiesto perché. Mi sentivo al mio posto, ma non me lo sapevo spiegare, e non capivo nemmeno se dopotutto un posto ne valeva un altro.
Non so per quale ragione, non mi riusciva nemmeno di dare peso a queste domande, e ho continuato a leggere e a guardare il paesaggio dando solo l'impressione di essere assorto.

Stasera vorrei addormentarmi con il suono della pioggia, che mi ricorda il passato ed è lo stesso sottofondo del rumore del sangue che scorre nelle vene, ma non ci sarà. Ancora per un po' saliranno delle voci isolate dalla strada, fuori dal bar. Se non chiuderò gli scuri potrò guardare un pezzo di cielo mentre mi addormento, ma la luce robusta della mattina mi sveglierà troppo presto.

Nessun commento: