domenica 14 giugno 2009

proprietà


I titoli dei giornali proclamano che questi sono giorni decisivi, che servono azioni concrete, che la ricreazione è finita. È tempo di terapie di concretezza, riforme, riassetti, risorse.
Sono anni che sono giorni decisivi, basta con questi titoli, altrimenti ci si potrebbe credere veramente.

Oggi ho comprato due giornali, e quasi tutto il pomeriggio è passato a leggerli. Un po' a casa, un po' in piazza al sole, un po' sui gradini della chiesa.
Mi sono fatto l'idea che lo spessore di un giornale si misura in base alle aspettative: quando so già cosa ci troverò scritto anche senza comprarlo, allora non ne vale la pena. Forse per questo non ho comprato Repubblica, ho scelto il Corriere e il Sole 24 Ore.
Nel prestigio di firme e nell'imbarazzante impalpabilità delle pagine culturali del Corriere, ho trovato alcune soprese nel consueto panorama di fiacca prudenza, stranamente con meno cronaca del solito. Nel giornale di Confindustria c'era il discorso mai fatto di Fini a Gheddafi, i soliti pistolotti noiosissimi di Giuliano Amato, i soliti paladini del mercato a parole, diverse facce giulive e qualche curiosità interessante.

Continuo ad avere l'impressione che mi sfugga qualcosa, mi sento stordito e tutto mi indispone. Mi chiedo che fine abbiano fatto alcune persone (Forleo, Scaramella, i monaci tibetani, Tanzi, Ricucci...), mi dico che decisamente tutto è iniziato già da un pezzo, e tutto resterà lasciato a metà.

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