martedì 21 ottobre 2008

appunti


In fiera c'era una costruzione chiusa di cartone, il servizio di illustrazione espresso. Ho dimenticato il nome ufficiale, comunque scrivevi su un biglietto una frase, un nome, una parola che doveva essere l'ispirazione; imbucavi il biglietto, con una moneta; dopo un po' di pazienza (si poteva andare a farsi un giro), usciva la tua illustrazione personalizzata. A me è capitata una molto bella, con tutto a forma di L (avevo scritto "per Laura e Leonardo")...
Essere in viaggio è una cosa di cui non posso fare a meno, me ne accorgo sempre di più. Arrivare, partire, è un modo di stare solo che mi fa stare bene.
Sto leggendo più del solito, per cui sto trascurando altre cose che non vorrei lasciare da parte, come l'arabo e le fotografie. Nessuna fotografia a Francoforte, non avrei proprio saputo cosa fotografare. E anche cercando metodicamente, me ne dimenticavo subito. Un po' perché non ne avevo mai voglia, un po' perché mi dicevo che non avrei comunque trovato nulla in quella città.
Sempre a proposito dei diari, sperimento come sia molto difficile e faticoso per me riuscire a scrivere qualsiasi cosa con continuità, una cosa qualsiasi. È sorprendente, ma estremamente vero. Quando inizio qualcosa, vorrei aver già finito, e quando finisco qualcosa, vorrei avere appena iniziato. Ma questa è una citazione.

2 commenti:

vi ha detto...

io ultimamente ho fatto caso che sto bene "in viaggio" nel senso che sto bene, sui treni, in auto, in autobus, persino in aereo... o camminando... sto bene mentre vado. ma poi appena mi fermo penso di nuovo ad andare. baci nic

nico ha detto...

è veramente così, essere in viaggio è una sensazione come "sospesa", che fa stare bene.. allora buon viaggio vi, buon viaggio anche a me