lunedì 17 settembre 2007

appuntamento


Il treno si è fermato all'ultima stazione prima della frontiera, e prima di fare i pochi metri verso la prima stazione in Spagna avrebbe dovuto aspettare un'ora, fermo sui binari. Sono sceso, con un'ora di anticipo su quanto pensavo, e in quell'ora immobile ho iniziato a ricapitolare.
Ho pensato al viaggio in treno della sera prima, al ricadere continuamente nel sonno, al risvegliarsi con la sensazione di riemergere di soprassalto da un mare increspato in cui stavo per affogare. Seduto nell'atrio, ho voluto appuntare su un taccuino i timori e le attese, pensando che nessun luogo fosse più adatto di quello, una stazione di confine che segna una frontiera geografica per molti e anche una della memoria per me.
E così ho scritto poche righe, slegate, cercando di chiarire nelle parole i sobbalzi ad ogni voce spagnola e la paura di non riconoscere un viso dopo molto tempo. Poi, ho richiuso il taccuino, ho aperto un libro e ho cercato di aspettare leggendo.

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