domenica 1 novembre 2009

sollucchero


Il libro che sto leggendo è pacificamente troppo pesante, perché le riflessioni dell'autore si concatenano in maniera disinvolta seguendo il filo del suo pensiero, e talvolta è difficile riuscire a seguirlo. Non solo perché non esiste una trama (sono divagazioni sparse tenute insieme da un disegno che si trova ad un livello molto più alto di quello del lettore comune, e che è legato ad altre opere precedenti e future dello stesso autore), ma anche per la sconfinata densità e erudizione del discorso, e infine anche per un tono ottocentesco magniloquente e un po' sordo.
Sicuramente, in queste prime pagine, ho trattenuto l'importanza dell'analogia e della profondità per Baudelaire, e dell'immagine come punto di partenza del suo discorso in prosa e poesia. Ma quello che è certo è che queste pagine le ho dovute leggere con una concentrazione disperata, ripercorrendo più volte dei passaggi per cercare di dissipare l'impressione interlocutoria che mi lasciavano in un primo momento. Sono spesso frasi senza momenti di pausa, che inanellano senza posa altisonanti citazioni e le concatenano liberamente ad un ritmo serratissimo, così che in un solo paragrafo si è già scivolati leggeri su questioni di estetica o letteratura senza che nessuno ci abbia avvertito.

A questo punto, sono stato preso da un doppio sentimento: abbandonare il libro a se stesso oppure consumarlo sottolineandolo, per sgrossare quello che voglio assorbire da quello che si cancellerà nella memoria. Un po' un tornare indietro a quando i libri li si studiava per dare gli esami, ed erano effettivamente libri di testo.
Ma purtroppo La folie Baudelaire è un prestito della biblioteca, e dato che non desidero investire una certa somma per acquistarlo, rimarrà ancora in bilico per qualche tempo.

Piuttosto, mi sono imbattuto in un articolo illuminante qualche giorno fa. Parlava di finanza, di crisi e di mercati. Anche di teorie classiche e di teoria dei giochi. Spiegava che, per come sono oggi le regole del gioco, comportamenti perfettamente razionali e prudenti a livello individuale diventano potenzialmente catastrofici se perseguiti a livello collettivo.
Un articolo leggero e molto straight, forse perché scritto da un americano.

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