lunedì 15 dicembre 2008
con te non posso mentire..
Non si può raccontare un calore che trabocca, e la sensazione di benessere che avvolge.
Mi è capitato di scegliere un libro leggendo la sua dedica. L'autore è nato nel '38, ha settant'anni: "Lieto di concludere (suppongo) con l'Editore con il quale avevo esordito; grato a C. G. che l'ha propiziato". Sono rimasto colpito di fronte a un inizio come questo, che sia profondità, ironia, o indifferenza.
Non si può immaginare un tepore leggero e profumato, o la voglia di restare dentro un momento.
Non ho letto tutto il libro, per me è troppo tecnico, è un breve saggio per studiosi, per specialisti, e non mi ci ritrovo. Però, ho avuto l'impressione che si possa affrontare un argomento con un'onestà che deriva dalla consapevolezza e forse dall'età, dal fatto di avere la propria vita già scritta, visibile e spiegata davanti a sé. Quello che è fatto è fatto. E non si vuole rivoltare il mondo o restare nei libri di storia della filosofia, soltanto dedicarsi al proprio lavoro con intima onestà, una specie di senso del dovere al di sopra di ogni ambizione o illusione.
Non si può pensare alla paura di perdere qualcosa che non si ha.
Nessuna introduzione, nessun ringraziamento e nessuna prima persona invadente, meno che mai nelle note. Soltanto una ricerca, un contributo senza pretese, che riporta fra l'altro molti brani dai filosofi che tratta, sempre messi di fronte al problema del conflitto fra fede e ragione che li porta ad essere ognuno, a modo suo, onesto per quanto possibile:
Dell'immortalità dell'anima, io sono persuaso dalla fede, in quanto cristiano; ma non ne sono convinto - lo confesso - in quanto filosofo. Si vuole che lo sia? Mi si diano delle dimostrazioni; ... anche se non aggiungerebbero niente alla credenza che già ho... Se si accusa me, si devono accusare tutti; perché non c'è nessuno, penso, che non trovi nella religione delle cose palesemente in contrasto con la ragione e con i sensi. È questo a rendere necessaria la fede, e a costituire il merito del credere.
Non si può, sentire la mancanza della tua voce.
Così, ogni cosa perde a poco a poco il proprio senso. Alla fine del libro, cosa resta? Non resta nulla, se non il piacere e il privilegio di aver potuto dedicare il proprio tempo a una parte di sè, perché si scrive soprattutto per se stessi.
Con te non posso mentire.. ed è per questo, che non ho niente da dire.
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