martedì 20 novembre 2007
vice-capitale
A Londra ho trovato ricchezza di impulsi e suggestioni, una ricchezza che all’inizio mi ha stordito per il suo luccicante turbinio.
Poi sono passati tre o quattro giorni, e ha continuato a piacermi. Di giorno le mie mete erano precise, e si succedevano veloci mentre cercavo di non restare indietro e non dimenticare nulla. La sera, invece, questa sorta di ragnatela scompariva, e mi restava una libertà di scegliere che inebriava e confondeva; spesso sceglievo di camminare fino alla stanchezza.
Mi ricordo soprattutto il Blackfriars Bridge, che evoca subito ricordi bui, e certe scatole di fiammiferi trovate in una piccola libreria, che contengono poesie su biglietti ripiegati e a volte anche una caramella. Diceva la libraia, che la sua era più un’associazione di beneficenza che un esercizio commerciale.
Chissà se avrebbe continuato a piacermi nello stesso modo potendoci restare più giorni, o forse al contrario se avrei cambiato totalmente idea. Mentre me lo chiedo la lascio, ci penserò la prossima volta.
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1 commento:
con un inizio cosi credo che sarebbe diventato vero amore.
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