Rivisto per la seconda volta, mi ha affascinato di nuovo.
Un uomo scrive romanzi in cui trasfigura le donne della propria vita, se stesso, cercando di scoprire se l’unica che lui abbia veramente amato abbia provato per lui le stesse cose.
Il 2046 è un posto misterioso del futuro, una stanza di un hotel, il luogo dove i ricordi non cambiano, da cui non si torna mai indietro. I ricordi, è scritto, sono sempre bagnati di lacrime.
Ma più che metafora dello scrivere, o del fare cinema, o musica, per creare mondi personali, più che semplice pagina di diario di Mr. Wong Kar Wai riscritta in grande su uno schermo, sono rimasto di nuovo senza fiato davanti alla fotografia, alla disarmante semplicità e bellezza impalpabile di immagini, movimenti e musica, insieme, visionari, al servizio di una storia in cui non c’è niente da dire, non si racconta nulla, solo una nostalgia e un sentimento.
2 commenti:
sono rimasta incantata dalla tua capacita' di esprimere sentimenti e sensazioni..complimenti!
cara anonima, grazie..
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