venerdì 21 maggio 2010

ripensamenti


L'ultima abitazione, in cui vissero per vent'anni, è stata la leggendaria casa di legno di Bargfeld.
I pro e i contro dell'acquisto sono indagati con rigore scientifico e viene istituito un "Fascicolo Bargfeld": il paese sarebbe situato 20 km a NO di Celle; 350 il numero di abitanti e 45 le case; la stazione ferroviaria più vicina a Eldingen; la strada provinciale ha termine qui, più oltre solo brughiera e silenzio; ufficio postale e telefono pubblico nella locanda; nessuna chiesa; la scuola all'altra estremità dell'abitato, dunque fonte di rumore trascurabile; alle elezioni il 30% dei voti per la SPD; foresta quasi il 50% dei dintorni; non una casa verso NO per km; nebbia; luna e pioggia di prima qualità; inestimabile quiete - comprovata da due pernottamenti - in cui sprofondare al lavoro...

lunedì 3 maggio 2010

discorsi della cena


Scopro che esistono in Italia mille varietà di mela, anche se quelle comunemente disponibili sono soltanto sette o otto, selezionate dal mercato perché più resistenti al trasporto e alla conservazione. Il resto, oggi, sono consumi di nicchia.

– Ora che non c'è Beppino e son sola, farò economia, – dichiarava ogni momento mia madre, sentendosi povera. – Mangerò poco. Una minestrina, una braciola, un frutto.
Recitava ogni giorno questo menu. Credo che le piacesse dire "un frutto", perché ne ricavava un senso di frugalità. Riguardo alla frutta, usava comprare sempre certe mele chiamate, a Torino, "carpandue". Diceva "son carpandue!" come diceva di una maglia "è di Neuberg!" e di un paltò "è del signor Belom!" Quando capitava che mio padre si lamentasse delle mele che venivano in tavola, trovandole cattive, mia madre diceva stupita: – Cattive? Son carpandue!
Natalia Ginzburg

Così, sono rimasto catturato da una nostalgia per qualcosa che per me non è stato, per un'infanzia in una famiglia con fratelli, parenti, visite di vicini e conoscenti. Associo questa infanzia alla grande città, condomini come contenitori di storie, larghi corsi brulicanti, lunghi viaggi e racconti.
Ne sono rimasto affascinato e incuriosito, e mi è capitato di fantasticare come avrebbe potuto essere.

Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia…