mercoledì 25 aprile 2007

prossimo obiettivo...


...trovare cinque minuti per andare allo stand con i Peanuts in tutte le lingue...

domenica 22 aprile 2007

2046


Rivisto per la seconda volta, mi ha affascinato di nuovo.
Un uomo scrive romanzi in cui trasfigura le donne della propria vita, se stesso, cercando di scoprire se l’unica che lui abbia veramente amato abbia provato per lui le stesse cose.
Il 2046 è un posto misterioso del futuro, una stanza di un hotel, il luogo dove i ricordi non cambiano, da cui non si torna mai indietro. I ricordi, è scritto, sono sempre bagnati di lacrime.

Ma più che metafora dello scrivere, o del fare cinema, o musica, per creare mondi personali, più che semplice pagina di diario di Mr. Wong Kar Wai riscritta in grande su uno schermo, sono rimasto di nuovo senza fiato davanti alla fotografia, alla disarmante semplicità e bellezza impalpabile di immagini, movimenti e musica, insieme, visionari, al servizio di una storia in cui non c’è niente da dire, non si racconta nulla, solo una nostalgia e un sentimento.

venerdì 20 aprile 2007

tribunali

Forse un giorno darò una seconda possibilità, a Tahar Ben Jelloun. Ma in questi giorni la lettura dello Specchio delle falene mi delude.
Era uno dei libri comprati seguendo il caso, senza conoscere l'autore e senza aver ricevuto un consiglio. Non mi è riuscito di trovare una storia magica, simbolica e misteriosa, segnata da dense ombre e luci abbaglianti, e neanche una città, Tangeri, capace di affabulare e raccontarsi, come prometteva la quarta di copertina. Ho letto pagine che non mi hanno portato da nessuna parte, quasi come scritte senza un'ispirazione forte, che si disperdono in mille direzioni senza imboccarne nessuna.
E così, scopro che ho interrotto un libro dell'autore francofono più tradotto in assoluto,definizione roboante di cui non so quanto sia giusto fidarsi completamente.
Un fatto del genere mi è capitato anche qualche mese fa, quando restituii a metà strada La macchia umana di Philip Roth, altro gigante letterario.
Ma, ci tengo a dirlo, non sono condanne senza appello, sono fatte solo per oggi.
Tranne forse per Saramago. Ecco, per lui mi sento quasi di poter fare un'eccezione...

lunedì 16 aprile 2007

per adesso, semplicemente


Ci sono giorni in cui ci si dedica a se stessi, ci si vuole concedere piccole cose che hanno il semplice pregio di far stare bene; perché ci si trova in una situazione nuova, un po’ turbinosa, incerta, e se ne sente il bisogno.
Per qualche ora le si può ricevere come un dono inaspettato, ed essere sereni come senza un motivo preciso. Ieri il sole ha anche scelto di regalarmi la sua presenza, e ho scoperto i prati di palazzo Tè con un libro appena comprato.
E prima di reimmergermi in un’esperienza che non so come continuerà, ho pensato che va bene così.

venerdì 13 aprile 2007

lusso e indolenza


Passeggiata notturna per le strade di una Mantova quasi deserta, per viali illuminati e costeggiando il mormorio dell’acqua immobile dei laghi. Architetture monumentali, un piccolo dedalo di passaggi e il rimbombo dei passi e delle ruote della bici. Giardini nascosti e poche luci alle finestre.
I Gonzaga erano maestri nel godersi la vita, nel costruire intorno a sé il lusso e l’indolenza.

giovedì 5 aprile 2007

nel frattempo ...

... credo di aver capito che probabilmente la macchina fotografica ed io vediamo il mondo in due modi diversi. Forse è troppo presto, perchè ho avuto questa sensazione osservando alcune foto fatte in India, ma l'India non è così semplice da fotografare. Almeno per me, evidentemente, non lo è stata. Mai, dal primo momento. E mi ricordo di aver avuto questo pensiero, di averlo capito sin da subito. I colori che ho visto non li riconosco nelle immagini, sono piatte, comuni, insulse. Invece, a poco a poco mi sembra di vedere limiti insormontabili tra me e la fotografia.

martedì 3 aprile 2007

le sensazioni di adesso

Nel giro di tre giorni non si ha il tempo di rendersi conto, e anche adesso vorrei avere più tempo per me, per fermarmi a pensare, ne sento il bisogno.
Vorrei che non ci fosse nessuno nel raggio di cento chilometri, mi danno tutti fastidio.
Aria, fermare tutto.
Non riconosco più nessuno.